giovedì 25 giugno 2015

"La vita che non ho mai avuto." di Cristina Deboni.


Herbert James Draper - A water Baby
Ogni tanto mi diletto a scrivere, poi lascio andare gli scritti ma li ritrovo a distanza di anni e rileggendoli mi incuriosiscono e mi piacciono ancora… ecco qui l'inizio di quel che avevo pensato essere una lunga storia per un piccolo libro…  poi si sà, mi sono persa e non ho continuato. 
Buona lettura! : )

1.            
In una bella giornata di sole, dal cielo terso di un azzurro intenso, un avvenimento particolare avrebbe determinato un cambiamento a tutta la nostra vita.
Federico, mio figlio, alto un bel ragazzo dai capelli scuri, occhi verdi e un bel carattere solare, sarebbe partito per due settimane in gita scolastica in Grecia. Per l’esattezza all’isola di Creta. Era da un anno che Federico aspettava quel giorno e l'indomani sarebbe stato con i suoi compagni di classe sulla spiaggia di Rethymon, bel paese, in passato occupato dai veneziani che hanno lasciato la loro traccia in ogni muro, via, calle o angolo che sia, un’impronta veneziana inconfondibile che dona a questo paese una connotazione particolare. 
Avrebbe trovato un mare blu, di un colore così intenso e sgargiante come pochi mari vicino alla nostra nazione. Insomma tutto era pronto per la partenza, zaino, e l’allegria caratteristica della sua età. All’indomani avrebbe compiuto diciotto anni, una bella età piena d’incognite e un futuro tutto da inventare e costruire.
Era sulla porta della nostra casa, piccola ma con tutto quel che serve, una stanza per ognuno di noi e un bel giardino, mi sorrise e mi baciò con quel suo modo quasi timido un po’ sfuggente sulla guancia.
Gli presi la mano e gli diedi quel che sembrava un libro, 1000 pagine, e gli dissi che era il mio regalo per il suo 18° compleanno e di leggerlo con molta attenzione.
Incuriosito prese il libro e andò felice verso la corriera che lo aspettava. Un ultimo sguardo e subito s’immerse nei suoi amici in fermento e nell’allegria che già si palpava nell’aria.

Con questo mio gesto avevo compiuto l’ultimo atto di una lunga storia durata poco più di 18 anni. Avevo dato inizio a un cambiamento che sarebbe stato importante per le nostre semplici vite come lo era stato per me moltissimi anni prima.

martedì 23 giugno 2015

Leggerezza di un Tempo, la Felicità del Mattino Consumata dal Giorno.






Si dice che l'adolescenza è il periodo più bello,
non sempre è così, ci sono tante incertezze, dubbi,
questioni da risolvere,
 ma una cosa è certa ed è la leggerezza
nell'animo che porta a sognare e a desiderare ancora,
perché non si ha ancora accumulato il bagaglio di una vita.

Leggerezza di un tempo,
la felicità del mattino consumata dal giorno.

In questo campo ritrovo la leggerezza del tempo.

Buona giornata! Cri : )



venerdì 19 giugno 2015

Un bel pomeriggio d'estate, indolente e pigro, il resto poteva anche aspettare.

In passato mi dilettavo a scrivere brevi racconti che ho ritrovato in questi giorni. 
Ecco un brevissimo racconto di molti anni fa di una pigra e calda giornata d'estate. 
Giusto un esercizio di scrittura per trasferire la sensazione provata quel giorno. 
I nomi sono inventati ma i fatti reali. 


Quella mattina d'estate Stefanie Defur si alzò presto, come era solita fare negli ultimi mesi, e con un pò di nostalgia guardò fuori dalla finestra, il cielo era carico di calore ed elettricità.
Dopo una doccia fresca, pettinati i lunghi capelli castani all’indietro e applicato un filo di rossetto rosa, scese le scale avvolta nel suo abito leggero di lino bianco e si avviò velocemente al supermercato a fianco della propria casa. 
Mentre percorreva il breve tratto sentì un vento caldo e umido accarezzare le sue braccia e notò come ricordasse il vento della Tunisia, caldo, intenso, leggero e una piacevole sensazione di aspettativa in una giornata pigra e lenta.  
Comprò arance, limoni, pesche, pane e nient’altro; aveva fretta e per il resto della spesa ci avrebbe pensato nel tardo pomeriggio. Appena rientrò in casa ripose la spesa nel frigo e preparò una bella colazione da consumare sul tavolo esterno del balcone.  
Il vento giocava tra le foglie e i petali delle petunie fucsia, tra i fiori lilla delle verbene che quell’anno, a causa del gran caldo, erano sfioriti velocemente e tra gli inamovibili gerani di un rosso acceso come il fuoco. Una nube di vapor acqueo copriva tutta la campagna con il presagio di una pioggia violenta e rinfrescante che poi, seppur temuta, non arrivò. 

mercoledì 17 giugno 2015

Per ritrovare il me felice di un tempo.





Caro amico ti dico, che conosco il dolore,
mi ha trafitto il cuore,
ha plasmato il mio carattere,
mi ha spinto contro il muro,
mi ha stordito e mi chiamato
con un rumore assordante seppur silenzioso.
Ha levato il mio sorriso che tornava
come il sorriso di un bambino che non si rassegna,
ma ogni volta ha sfiorato il mio viso
e mi ha piegato le labbra e bagnato gli occhi.

Caro amico ti dico che non voglio
più il dolore, mi allontano da esso,
mi ha riempito il cuore, la mente,
ha traboccato e ora, si proprio ora,
non lo sopporto più,
non sopporto il dolore degli altri, 
le lacrime che vedo dappertutto.

Storie di dolore, di sopportazione e sofferenza,
non voglio sentire il suo rumore silenzioso perché 
le mie orecchie ne sono già piene.
Cammino silenziosa per non far rumore e 
non farmi intercettare dal dolore
e dal suo oscuro rumore.

Pace, ora chiedo solo pace,
non la felicità, mi accontento della serenità
e di non provare dolore
e non sentirlo dentro e intorno a me.

Silenzio. 

Per ritrovare il me felice di un tempo.


Cristina



domenica 14 giugno 2015

Acanto, Pianta nel Giardino del Tempio Antico.

Ieri sono andata a visitare La Villa Romana di Valdonega a Verona, di cui pubblicherò più avanti un post, scoperta per caso in Valdonega nel 1957 durante gli scavi per costruire un condominio e successivamente scavata dallSoprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto.
Di fianco a questa villa c'è un giardino con alberi e piante ornamentali in uso a quei tempi.
Una di queste piante è l'Acanto, pianta chiamata così perché all'estremità delle foglie sembra ci sia una spina (dal greco ἄκανϑος (àcanthos) e delle capsule che racchiudono i semi. Le forme del fogliame di questa pianta hanno ispirato sia i greci che i romani per decorare i capitelli delle colonne.
E' una pianta perenne e cresce spontaneamente sulle colline dell'Italia centrale e insulare e viene coltivato in giardino per la bellezza del folto fogliame che per la graziosa e particolare fioritura.