mercoledì 25 dicembre 2013

martedì 17 dicembre 2013

La famiglia e i suoi valori.


Si parla tanto della famiglia, quella normale, padre, madre e figli. Ma esiste ancora quella bella, duratura e intatta? Poche direi. Divorzi, separazioni, convivenze, seconda e terza unione sono all'ordine del giorno. Il giuramento fatto in buona e cattiva sorte non ha più valore. La famiglia si è distrutta da sé, non servono leggi, ne comandamenti. Comincia con i propri egoismi, la non voglia di fare sacrifici e rinunce. Le scappatelle (di solito dalla parte di lui) per cercare facili emozioni ed evadere dalla routine. Oggi tutto questo accadde alla luce del sole, anche i figli che nascono fuori da un legame matrimoniale e non sempre vengono riconosciuti come la figlia di Claudio Villa, Manuela, che ha vissuto questo dramma e soltanto dopo la morte dell'uomo che l'ha concepita, la legge le ha dato ragione. Altre persone solo dopo una vita vissuta hanno ammesso la loro paternità. Che tristezza! Nel passato erano le madri che tenevano insieme la famiglia, soffrivano, si sottomettevano a questi mariti prepotenti anche perché dipendevano da loro economicamente e per dare ai figli una casa, una famiglia.
Era triste anche quando i figli nati fuori dal matrimonio con altre donne finivano in istituti, figli di NN e le loro madri subivano il disprezzo della società. Ho conosciuto donne che mi raccontavano di questa loro triste vita. Un argomento questo della famiglia, oggi più che mai difficile da trattare. E' la quinta versione che scrivo e voglio parlare e svegliare qualche coscienza.
I valori sono in bilico da anni, l'amore sostituito dalla parola sesso, sembra uno sport che si fa quando si ha voglia. Le occasioni si presentano sempre e adesso c'è anche internet con un'offerta enorme che incita al tradimento.
Non so come una società che nega tutto, l'onestà, la fedeltà, il rispetto, la fratellanza possa sopravvivere.
I figli crescono con squallidi esempi da parte degli adulti, e allora cosa c'è da aspettarsi quando un padre dice "sei sempre mia figlia anche se ho un'altra donna".
I figli per crescere sani hanno bisogno di una famiglia sana dove c'è armonia e calore: semplicemente amore.

Edith


Questo articolo è stato scritto da Edith. Vorrei ricordare che di recente ho aperto un blog Le rubriche di Edith in cui pubblico articoli e poesie scritte da mia madre Edith.


giovedì 14 novembre 2013

Ahi serva Italia, non donna di province, ma bordello! Dante Alighieri.


Dante Alighieri, Piazza Dante a Verona

 
 
 
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
 
Dante Alighieri
 

 

 

Pubblicità AdSense

martedì 12 novembre 2013

Poesia nelle osterie. Verona.











E' sempre la stessa osteria in Via Sottoriva che mi ispira alla fotografia, ogni volta che passo
c'è sempre qualche sorpresa, qualche dettaglio che attira la mia attenzione.
Oggi, per fortuna, avevo con me la macchina fotografica e ho potuto fermare queste immagine.

Ciao e buon lunedì! Cri : )



mercoledì 9 ottobre 2013

HAPPY HALLOWEEN! Cartolina e sfondo desktop gratis. Greeting card and free desktop wallpaper.


Anche quest'anno arriverà la notte delle streghe,
 non facciamoci trovare impreparati! Ecco una cartolina di auguri...


e un fondale per il tuo desktop.


 
 
Per tantissime altre cartoline, inviti, diplomi e segnaposto per la tavolata
di Halloween puoi guardare nel blog di Cartoline per tutti i gusti.

E quando arriverà Buona Festa! : )



venerdì 16 agosto 2013

Le osterie. Alda Merini.






Le osterie

A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.

(da "Vuoto d'amore") di Alda Merini



mercoledì 14 agosto 2013

In memoria di mio padre e di tutti i padri.

Ho aperto un nuovo blog interamente scritto da mia madre con inserimenti di articoli e poesie scritte nel corso della sua vita. La parola della persona anziana và sempre ascoltata... buona lettura con Le rubriche di Edith.

Qui sotto uno degli articoli inseriti nel nuovo blog.


Desidero scrivere questa lettera 
in memoria di mio padre e di tutti i padri che sono stati costretti ad andare in guerra dal 1939-1945 per combattere un "nemico" che neanche conoscevano. Tanti sono ormai morti e anche mio padre, uomo onesto, generoso e rispettoso è morto anni fa a 88 anni. In fondo è stato fortunato che dopo 4 anni di guerra e 2 anni e 1/2 di prigionia in Russia in Siberia è tornato a casa. Nel 1917 in Siberia era morto suo padre, mio nonno che non ho mai conosciuto.

Ho sempre davanti ai miei occhi questa grande hall della Ferrovia a Vienna, grigia, scura e fredda e mio padre che partiva per una guerra non voluta e noi bambini attaccati alla gonna di mia madre, senza capire cosa stava veramente succedendo.

I grandi del mondo decidono del destino di uomini piccoli, dittatori impongono la loro volontà. Il potere dato ai politici non viene usato quasi mai per il bene della comunità. Anche adesso popoli piangono, si disperano in altre parti del mondo e si osa parlare della Primavera Araba, invece si dovrebbe dire l'Inferno Arabo! In questo momento il mio pensiero va in Siria dove un dittatore non vuole mollare. Bambini crescono in mezzo alla morte, distruzione e paura. Bambini che nella loro vita non hanno visto intorno altro che solo odio e miseria e cosa strana, i grandi Politici del mondo stanno a guardare, non sanno cosa fare. Aspettano che il dramma si esaurisca da solo dopo milioni di morti, profughi, invalidi e case distrutte!

Mi viene in mente un detto di MARK TWAIN: - Non occorre chiedere di che razza sei, basta che sia un uomo, di peggio non esiste! -.
E anche oggi nel nostro piccolo si ammazza senza ragione e per futili motivi.
Ho cominciato a leggere i miei libri che raccontano storie di guerre e consiglio ai giovani di aprire questi libri per conoscere e capire che il passato non è così bello come sembrava. Una biblioteca è una cosa meravigliosa, un libro si prende in mano e si può rileggere mille volte ed è una cosa tua per sempre.

Sarei anche felice se qualche superstite scrivesse qualche suo commento e insieme si gridasse che la guerra è una brutta cosa, non serve e il traguardo EUROPA UNITA è proprio nelle parole - Mai più guerre tra di noi, mai più guerre nel mondo -  e io aggiungo: - E' forse un'utopia? -.

Edith

lunedì 12 agosto 2013

Tra ciottoli e volti ospitali un sapore antico che lascia un dolce ricordo della città. Pranzo in Via Sottoriva a Verona.


Oggi passeggiando nel centro di Verona mi sono soffermata in via Sottoriva, una delle più antiche e pittoresche vie del città, dove i veronesi si ritrovano nelle caratteristiche osterie per fare "do ciacole" e i turisti, che desiderano scoprire la parte più vera della città, fermarsi per un gustoso pranzo e bere del buon vino rosso.  



mercoledì 7 agosto 2013

"Lanterne sull'Adige" a Verona. Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto nucleare di Hiroshima e Nagasaki.

Ieri sera, presso la Vasca dell'Arsenale e poi alle sponde dell'Adige, sotto il ponte di Castelvecchio, si è svolta la commemorazione delle vittime dell'olocausto nucleare avvenuto a Hiroshima e Nagasaki nel 1945.
Un movimento popolare e delle istituzioni per obbligare gli Stati del mondo a bandire tutte le armi nucleari. Interessante manifestazione, con letture di poesie, dichiarazioni, canti popolari e infine, scesa la sera, centinaia di lanterne rosse sono state accese e adagiate sulle acque del fiume Adige per formare, secondo la tradizione giapponese, un ponte tra i vivi e i morti. 
Queste manifestazioni si sono ripetute in tutto il mondo.




lunedì 5 agosto 2013

Stessa spiaggia, stesso lago... Garda sul Lago di Garda.


Ebbene si, è come il ritornello di molti anni fa, quando le mete erano lontane allora c'è un luogo sempre vicino e vacanziero a cui tornare, un posto che ci consola e ristora. Chi vive a Verona ha il Lago di Garda vicino, un piccolo gioiello della natura.
L'acqua ancora limpida nella maggior parte delle spiagge e bei paesi ben curati.





mercoledì 10 luglio 2013

Una bella gita a Bosco Buri. Verona.

Ed eccoci finalmente arrivati a Bosco Buri, dopo aver percorso in bicicletta l'argine che attraversa il Parco all'Adige, un'incantevole luogo dove fare picnic con la famiglia, scoprire che ci sono anche le tartarughe e rane in un laghetto di ninfee, giocare a pallavolo o riposarsi in uno dei tanti angoli tranquilli del bosco. Insomma un piccolo paradiso! 
 

Questo è il piazzale di fronte a Villa Buri e sulla destra,
in fondo alla via, si arriva alla piccola entrata di Bosco Buri...

sabato 29 giugno 2013

Gita in bicicletta partendo dal Boschetto per giungere a Villa Buri e Bosco Buri. Parco all'Adige a Verona.

Oggi vi propongo una camminata o una bella gita in bicicletta, poco faticosa, in un tragitto sicuro per famiglie e bambini, immersa in un verde stupendo e selvatico.
Lo scorso anno il Comune di Verona ha creato un nuovo argine che parte dal Boschetto e arriva a San Pancrazio e per chi desidera proseguire si può raggiungere, tramite il passaggio di poche vie cittadine, Villa Buri e Bosco Buri. Una strada che percorre e taglia il selvatico bosco di questa zona del Parco all'Adige.
Un'area quasi incontaminata che costituisce un polmone verde alle porte di Verona e un’incantevole ambiente naturale.



La prima foto illustra l'entrata del percorso a sinistra del Boschetto
dove sorge il Centro Ippico Scaligero di Verona.


Ecco la piantina per capire qual'è il tragitto da fare in bici. Non è
molto lungo da percorrere e non ci sono salite tranne un brevissimo tratto.



Qui siamo ancora al centro ippico e all'inizio del percorso.


Una marea di cespugli ci accoglie come l'applauso del pubblico
(questo è il simpatico commento di un mio caro amico).


Piccola sosta per fotografare la mia vecchia e fedele bicicletta Zanchi...


ammirare sulla destra il fiume Adige immerso nel verde...
 

osservare i dettagli quotidiani della natura...


e proseguire sull'argine che taglia come un coltello il bosco selvatico...


fino a giungere alla diga a destra del tragitto.


L'arrivo a San Pancrazio ci accoglie con immensi campi...


e un sentiero dritto come un righello, tra alberi che segnano il bordo della stradina.




Dopo una brevissima salita si attraversa un ponticello...


dove un ramo del fiume crea una piccola oasi.



Si passa accanto a una tenuta con stupendi cavalli.







Si prosegue per giungere finalmente alla meta...


a Villa Burri (a sinistra della foto) e Bosco Buri (in fondo a destra della foto).

 
Pubblicherò in un altro post maggiori dettagli del Bosco Buri, un'incantevole parco per fare picnic con la famiglia, guardare le tartarughe e rane nel laghetto di ninfee, giocare a pallavolo o riposarsi in uno dei tanti tranquilli angoli del bosco! Insomma un piccolo paradiso!

Solo a pensarci mi si apre il cuore! Alla prossima!

Ciao Cri : )


mercoledì 26 giugno 2013

Soffia il vento tra le spighe nei campi sotto il sole d'estate.





E' in preparazione un post sul tragitto da percorrere in bicicletta dal Boschetto fino a Bosco Buri.
Nell'attesa pubblico questo dettaglio della nostra bella e rigogliosa natura.

Ciao e alla prossima. Cri : )




venerdì 7 giugno 2013

Inseguendo il rosso dal fiume a casa mia... papaveri e verbene a confronto.











Anche oggi una bella camminata in mezzo al verde e lungo la riva del fiume
a osservare la stupenda natura e godermi questo sole tanto atteso.

Buon weekend a tutti! ciao Cri : )




giovedì 23 maggio 2013

Impressioni di sottobosco. Adige, Verona.




















Luce gioca tra foglie di piccole piante a noi nascoste,
complici nelle ombre e nei rifugi delle nostre anime.


Ciao Cri : )



sabato 18 maggio 2013

Storie di Ordinaria Disoccupazione.





Una donna seduta su una panchina osservava il mondo con un leggero distacco. Chioma grigia con capelli mossi, spettinati e morbidi. Mi guardava mentre mi avvicinavo a lei, la sua bici appoggiata alla rete. Sedetti accanto e chiusi gli occhi al sole. Dopo qualche minuto l’inevitabile battuta sul tempo e come fosse bella quella giornata, oziosa e calda d’estate. I discorsi erano distaccati ma dopo un po’ si arrivò al punto che in molti abbiamo in comune.
E così scoprì che dietro a quella donna non più giovane per lavorare ma abbastanza per vivere una vita di interessi e passioni, la vita era cambiata. Insegnante di una scuola privata perde la sua occupazione all’età di 52 anni. Mi racconta che prima aveva una vita movimentata, usciva con la sorella e la loro compagnia ma ora non può più reggere i ritmi di spesa e così pian piano si è isolata dal suo passato per trovare nuovi ritmi.
I suoi capelli grigi, non più tinti per risparmiare, mi ha fatto scoprire che ancora oggi si preparano in casa i detersivi per lavare i piatti, il bucato e le creme per i capelli. Ha venduto l’auto che resta un ricordo di viaggi lontani ed ora si muove solo con la bici per andare in biblioteca in centro città dove ogni mattina può leggere un buon libro, senza pagare, e dove può vivere una parvenza di normalità, di integrazione in un tessuto sociale da cui è stata estromessa e non ha più speranza di rientrare. Ha smesso di cercare un impiego. Chi assume una donna di 56 anni?
Mi racconta che non cerca più la compagnia della sorella perché ormai è un altro mondo che non le appartiene più. Mi spiega che, nonostante tutto, ha acquisito una serenità che nella vita caotica lavorativa non si trova, una certa tranquillità, lentezza dello scorrere del tempo e la gioia di poter ammirare la natura e la vita come non era riuscita prima.
Mi parla di una sua amica che è in una situazione peggiore ed è dovuta tornare dai suoi genitori, non esce mai di casa, non ha entrate di nessun tipo e purtroppo con l'impiego che faceva non ha potuto risparmiare. Non riesce a trovare neanche un lavoro da badante o da donna delle pulizie con una certa continuità.





Un giorno al mercato, sole, confusione, tanta gente di tutti i colori, da noi è così. Brusio, venditori che richiamano la folla ad acquistare i loro prodotti proponendoli come i migliori. Nonostante tutto c’è una certa allegria con invito alla vita e alla gioia, poi noto qualcosa di strano alla mia destra, mi giro e in mezzo a tanta confusione, al di là del marciapiede, vedo un uomo, curvo, piccolo, sbarbato e ben pettinato, con lo sguardo basso come a voler diventare trasparente. Si avvicina ai cassonetti e rovista dentro ad essi in cerca di cibo o altro che riponeva in un carrellino della spesa.
Mi si è stretto il cuore, mi sono avvicinata, avrei voluto parlargli, condividere la sua disperazione ma ho notato in lui una certa dignità, si vedeva benissimo che non era una sua condizione abituale, si capiva benissimo che forse era un impiegato, che in passato aveva una vita normale, di lavoro, una moglie, uscite con gli amici, un caffè al bar e quattro chiacchiere. In passato ma ora questo, quasi di nascosto mi avvicino a lui per dargli 5 euro, sapevo che non gli cambiava la vita, altro non avrei potuto fare, ma volevo che sentisse la solidarietà, non l’ho quasi guardato in viso per pudore per non scoprire il suo dolore e umiliarlo. Mi sono allontanata senza girarmi se non quando ero dall’altra parte del marciapiede, in mezzo alla folla, al brusio della vita con un dolore in più, la consapevolezza che questo può capitare a tutti, ma era sparito! Un giorno hai il mondo tra le mani e l’altro sei nel baratro.

Non avete idea di quante persone si incontrano quando non si lavora passeggiando per le vie del proprio quartiere, soprattutto donne oltre i 50 anni che non hanno un impiego. Ieri ho incontrato una signora che raccoglieva delle erbette dai cespugli e incuriosita le ho chiesto cosa ne facesse e lei mi spiega che le impasta con la pasta delle tagliatelle, o le abbina al riso. Lo fa per passare il tempo oltre che per risparmiare. Raccoglie di tutto, conosce bene le erbette della natura. Anche questa signora, con i suoi 65 anni ha particolari problemi, non di lavoro perché pensionata, ma dopo la morte del marito le hanno unito e diminuito la sua pensione con quella del coniuge. Se non avesse la pensione del marito avrebbe una pensione mensile più alta.

In contrapposizione ci sono altre situazioni, rare, positive ma ingiuste a causa di leggi che vengono scritte senza pensare alle diseguaglianze sociali. Anna, ancora molto giovanile, capelli scuri, viso sorridente ha sempre una parola gentile racconta che quest’anno và in prepensionamento obbligatorio con abbassamento della pensione. Una donna che ha lavorato tutta una vita, ma chi non l’ha fatto? Un buon lavoro, un quadro e ora a 57 anni, da maggio, è in prepensionamento con una pensione di tutto rispetto e importante. E’ dispiaciuta per le altre donne e quasi si sente a disagio perché si rende conto che è fortunata, iscritta all’editoria, percepisce già la pensione da maggio del 2013, cioè quest’anno, questo mese. Al contrario di donne disoccupate coetanee che percepiranno la prima pensione a 67 anni e ½. Non si capisce questa disparità di trattamento.

Una bella coppia, lei, scura di capelli, carattere vivace e un po’ infantile. Lui alto, un buono che accudisce la sua sposa. La luna di miele l’hanno saltata perché non sapevano se un domani c’era ancora l’impiego in quella grande azienda. Infatti dopo un mese dal matrimonio perde il lavoro dopo 15 anni di fedeltà, di tensioni, di rinunce, la storia di tanti, cassa integrazione e il dolore per non avere un futuro, un figlio tanto desiderato. Lei non trova pace e sono anni che non riesce ad essere stabile in un’azienda, tutti impieghi provvisori. Il figlio tanto atteso e voluto dovrà aspettare.

Storie di tanti e chi apre gli occhi e il cuore li può vedere ed ascoltare. Nessuno è indenne da questo e nessuno si può sentire al sicuro perché tutte queste persone erano, non barboni, non persone disagiate da famiglie con problemi, ma impiegati, maestre, infermiere, disegnatori, dirigenti eppure da un giorno all’altro hanno dovuto inventarsi una vita nuova di rinunce e di accettazione. Non rassegnazione ma accettazione, alcuni anche rassegnati e questo è il peggio.


Tutto quello che ho scritto è reale, tranne i nomi, sono i racconti delle persone e l'osservazione della vita dall'altra parte della barricata.

Cristina Deboni