E così scoprì che dietro a quella donna non più giovane per
lavorare ma abbastanza per vivere una vita di interessi e passioni, la vita era
cambiata. Insegnante di una scuola privata perde la sua occupazione all’età di
52 anni. Mi racconta che prima aveva una vita movimentata, usciva con la
sorella e la loro compagnia ma ora non può più reggere i ritmi di spesa e così
pian piano si è isolata dal suo passato per trovare nuovi ritmi.
I suoi capelli grigi, non più tinti per risparmiare, mi ha fatto scoprire che ancora oggi si preparano in casa i detersivi per lavare i piatti, il bucato e le creme per i capelli. Ha venduto l’auto che resta un ricordo di viaggi lontani ed ora si muove solo con la bici per andare in biblioteca in centro città dove ogni mattina può leggere un buon libro, senza pagare, e dove può vivere una parvenza di normalità, di integrazione in un tessuto sociale da cui è stata estromessa e non ha più speranza di rientrare. Ha smesso di cercare un impiego. Chi assume una donna di 56 anni?
Mi racconta che non cerca più la compagnia della sorella perché ormai è un altro mondo che non le appartiene più. Mi spiega che, nonostante tutto, ha acquisito una serenità che nella vita caotica lavorativa non si trova, una certa tranquillità, lentezza dello scorrere del tempo e la gioia di poter ammirare la natura e la vita come non era riuscita prima.
I suoi capelli grigi, non più tinti per risparmiare, mi ha fatto scoprire che ancora oggi si preparano in casa i detersivi per lavare i piatti, il bucato e le creme per i capelli. Ha venduto l’auto che resta un ricordo di viaggi lontani ed ora si muove solo con la bici per andare in biblioteca in centro città dove ogni mattina può leggere un buon libro, senza pagare, e dove può vivere una parvenza di normalità, di integrazione in un tessuto sociale da cui è stata estromessa e non ha più speranza di rientrare. Ha smesso di cercare un impiego. Chi assume una donna di 56 anni?
Mi racconta che non cerca più la compagnia della sorella perché ormai è un altro mondo che non le appartiene più. Mi spiega che, nonostante tutto, ha acquisito una serenità che nella vita caotica lavorativa non si trova, una certa tranquillità, lentezza dello scorrere del tempo e la gioia di poter ammirare la natura e la vita come non era riuscita prima.
Mi parla di una sua amica che è in una situazione peggiore ed è dovuta tornare dai
suoi genitori, non esce mai di casa, non ha entrate di nessun tipo e purtroppo
con l'impiego che faceva non ha potuto risparmiare. Non riesce a trovare
neanche un lavoro da badante o da donna delle pulizie con una certa continuità.
Non
avete idea di quante persone si incontrano quando non si lavora passeggiando
per le vie del proprio quartiere, soprattutto donne oltre i 50 anni che non
hanno un impiego. Ieri ho incontrato una signora che raccoglieva delle erbette
dai cespugli e incuriosita le ho chiesto cosa ne facesse e lei mi spiega che le
impasta con la pasta delle tagliatelle, o le abbina al riso. Lo fa per passare
il tempo oltre che per risparmiare. Raccoglie di tutto, conosce bene le erbette
della natura. Anche questa signora, con i suoi 65 anni ha particolari problemi, non di
lavoro perché pensionata, ma dopo la morte del marito le hanno unito e
diminuito la sua pensione con quella del coniuge. Se non avesse la pensione del
marito avrebbe una pensione mensile più alta.
In
contrapposizione ci sono altre situazioni, rare, positive ma ingiuste a causa di leggi
che vengono scritte senza pensare alle diseguaglianze sociali. Anna, ancora molto
giovanile, capelli scuri, viso sorridente ha sempre una parola gentile racconta
che quest’anno và in prepensionamento obbligatorio con abbassamento della
pensione. Una donna che ha lavorato tutta una vita, ma chi non l’ha fatto? Un
buon lavoro, un quadro e ora a 57 anni, da maggio, è in prepensionamento con una
pensione di tutto rispetto e importante. E’ dispiaciuta per le altre donne e
quasi si sente a disagio perché si rende conto che è fortunata, iscritta
all’editoria, percepisce già la pensione da maggio del 2013, cioè quest’anno,
questo mese. Al contrario di donne disoccupate coetanee che percepiranno la
prima pensione a 67 anni e ½. Non si capisce questa disparità di trattamento.
Una
bella coppia, lei, scura di capelli, carattere vivace e un po’ infantile. Lui
alto, un buono che accudisce la sua sposa. La luna di miele l’hanno saltata
perché non sapevano se un domani c’era ancora l’impiego in quella grande azienda.
Infatti dopo un mese dal matrimonio perde il lavoro dopo 15 anni di fedeltà, di
tensioni, di rinunce, la storia di tanti, cassa integrazione e il dolore per
non avere un futuro, un figlio tanto desiderato. Lei non trova pace e sono anni
che non riesce ad essere stabile in un’azienda, tutti impieghi provvisori. Il
figlio tanto atteso e voluto dovrà aspettare.
Storie di tanti e chi apre gli occhi e il cuore li può
vedere ed ascoltare. Nessuno è indenne da questo e nessuno si può sentire al sicuro
perché tutte queste persone erano, non barboni, non persone disagiate da
famiglie con problemi, ma impiegati, maestre, infermiere, disegnatori,
dirigenti eppure da un giorno all’altro hanno dovuto inventarsi una vita nuova
di rinunce e di accettazione. Non rassegnazione ma accettazione, alcuni anche
rassegnati e questo è il peggio.
Tutto quello che ho scritto è reale, tranne i nomi, sono i racconti delle persone e l'osservazione della vita dall'altra parte della barricata.
Cristina Deboni
21 commenti:
Grazie Cristina, complimenti per questi racconti.
Federica
Grazie a te Federica....buona giornata! : )
Queste scene, queste situazioni, sono ormai lo specchio giornaliero della nostra società...credo non serva dire nulla, i tuoi testi parlano da soli...che tristezza...
Ciao Cristina, buona giornata...
Cinzia
Ciao Cinzia...sono situazioni che le persone mi raccontano...ho voluto pubblicarle anche se sappiamo tutti come stanno le cose. Ciao e Grazie per aver avuto la pazienza di leggere....di solito pubblico foto, veloci nella fruizione.... : )
Mi associo al commento di Cinzia. Un abbraccio
Grazie Simo e buona giornata! Cri : )
Oggi è il dramma di tante persone purtroppo, lasciate nell'indifferenza di tante gente e dallo Stato.
Cristina, sei stata delicata e insieme precisa in questo tuo quadro scritto e poi, ho apprezzato molto anche il tuo "commento fotografico": colori, sguardo verso il futuro e con "qualcuno" vicino alla pari (un po' di speranza) in contrasto con il bianco/nero, sguardo verso il basso e con "nessuno" alla pari (solitudine e indifferenza)
BRAVA ... doppiamente!!!
Brava come fotografa e come scrittrice. Realtà triste, purtroppo. Buon fine settimana, cara Cristina.
E' vero, poi chi non ha avuto mai problemi un pò si vergogna di dirlo che ora è in situazioni difficile anche se la colpa non è loro ma dello Stato. Ciao Cri : )
Grazie mille Silvia, ho attinto a foto scattate in passato adatte all'argomento che mi è venuto in mente di scrivere perché ultimamente parecchie persone mi raccontano le loro vicissitudini. Un'altra cosa che ogni tanto mi piace fare.....ciao e una bella giornata a te!!!! Cri : )
Grazie Erika, oggi è un problema di moltissime persone! ciao Cri : )
Great post, lovely shots.
Questa è da dura realtà..
Ciao Cri
Maurizio
davvero toccante...foto e parole.
Eh si titolo perfettamente centrato...putroppo! Ciao Cri
Sì, io preferirei essere disoccupati come nella prima foto! Una vergogna la nostra società sempre più la povertà!
Perfettamente d'accordo con te Leovi! ciao Cri
Grazie Laura! :)
È davvero tristissimo ma reale... A Barcellona facevo il voluntario - Croce Rossa -; aiutavo in una sala di prazo sociale, con la cena. Io ero in cucina e "loro" venivano con i vassoi.
C'erano molti emigranti, è vero, ma anche gente come quella di cui parli tu. Gente che era "normale" e che un giorno, all'improvviso e senza una famiglia... Niente. E poi persone con un lavoro, i cui soldi non arrivavano per tenere un'abitazione; si lavora ma devi dormire in strada (o "fortunatamente" in un albergo sociale).
Queste persone hanno una dignità; tu li vedi per le strade e ti sembra che tutto è a posto, che hanno un lavoro, una casa, una famiglia,...
A presto,
podi-.
Si potrebbero definire gli invisibili perché si mimetizzano bene in mezzo alla gente ma per loro è tutto cambiato per colpa di chi ha pensato solo a riempirsi le tasche. Speriamo che la situazione migliori con il tempo, ma in fretta perché molti sono già allo stremo. Grazie Carlos! ciao Cri : )
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