lunedì 27 luglio 2015

Ponte di Castelvecchio sul Fiume Adige a Verona.




Primo piano del Ponte, che è parte della fortezza, ora utilizzata come Museo di
Castelvecchio e sullo sfondo il campanile della Basilica di San Zeno a Verona.

mercoledì 15 luglio 2015

Voglio ancora la mia vita di allora.









Sento che qualcosa mi sfugge, a volte,
 mentre mi sveglio al mattino  
o cammino e sento l'aria sul viso,
un profumo o un suono,
a volte riprendo per un istante il passato,
il sentire di una volta.
Sento che qualcosa mi sfugge, il me, il mio,
sento che se non lo ricordo verrà perso per sempre.

Lo voglio riprendere con piccoli gesti,
piccole abitudini che la vita e lo scorrere del tempo
così veloce mi ha fatto perdere per strada e dimenticare
quel che ero e non mi riconosco più.

Vorrei sentire ancora quel sentire,
vorrei sentire ancora quella meraviglia per le cose,
quella speranza che sento scivolare via giorno dopo giorno,
l'entusiasmo che ha sempre circondato il mio essere
scivolare via come una veste di seta sul corpo.

Voglio essere ancora me stessa e provare quello
che il mondo mi ha rubato giorno dopo giorno,
la bellezza che mi hanno consumato e di cui
si sono nutriti per il proprio benessere.
Voglio ritrovare la felicità di un tempo,
che mi è stato rubato e che avevo nel cuore.

Voglio ancora la mia vita di allora.


Cristina




lunedì 13 luglio 2015

venerdì 3 luglio 2015

Villa Romana di Valdonega a Verona.

La Villa Romana venne scoperta per caso nel quartiere di Valdonega a Verona nel 1957 durante gli scavi per costruire un condominio e successivamente portata completamente alla luce dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto.
Costruita nel I sec. d.C. in un'area collinare suburbana, l'edificio conserva ancora tre ambienti affacciati sul portico probabilmente aperto su un cortile o giardino e si ipotizza che l'edificio fosse articolato su più piani e a livelli diversi, secondo il pendio del terreno. 


L'ambiente principale è costituito da una sala rettangolare con colonne su tre lati e porta affiancata da due finestre sul quarto lato. La copertura della stanza era a volta nella parte centrale, mentre lo spazio tra le colonne e i muri perimetrali era a copertura piana. 
La sala presentava pavimento a mosaico e pareti affrescate, ed è stato interpretato come oecus corinzio, una elegante sala da pranzo. 

Alla seconda stanza si accedeva tramite un piccolo vano con pavimentazione parte in cocciopesto e parte in mosaico nero con cornice bianca che presentava un'ampia finestra sul portico esterno, ed era caratterizzato da pavimento a mosaico e pareti affrescate. 
Un lungo e stretto vano, privo di aperture e di rivestimento, affiancava i tre ambienti sul lato occidentale e fungeva forse da intercapedine di isolamento dall'umidità.




Si ipotizza ci fosse un cortile o un giardino con alberi e piante ornamentali.
Una di queste piante è l'Acanto, pianta chiamata così perché all'estremità delle foglie sembra ci sia una spina (dal greco ἄκανϑος (àcanthos) e delle capsule che racchiudono i semi. Le forme del fogliame di questa pianta hanno ispirato sia i greci che i romani per decorare i capitelli delle colonne.
E' una pianta perenne e cresce spontaneamente sulle colline dell'Italia centrale e insulare e viene coltivato in giardino per la bellezza del folto fogliame che per la graziosa e particolare fioritura.




Questa costruzione non è immensa ma singolare il modo con cui è stata scoperta come d'altronde tanti altri edifici scoperti a seguito di scavi a Verona. Una città a più livelli sepolta nei secoli da altre costruzioni.