Herbert James Draper - A water Baby |
Buona lettura! : )
1.
In una bella
giornata di sole, dal cielo terso di un azzurro intenso, un avvenimento
particolare avrebbe determinato un cambiamento a tutta la nostra vita.
Federico, mio figlio, alto un bel
ragazzo dai capelli scuri, occhi verdi e un bel carattere solare, sarebbe
partito per due settimane in gita scolastica in Grecia. Per l’esattezza
all’isola di Creta. Era da un anno che Federico aspettava quel giorno e l'indomani
sarebbe stato con i suoi compagni di classe sulla spiaggia di Rethymon, bel
paese, in passato occupato dai veneziani che hanno lasciato la loro traccia in
ogni muro, via, calle o angolo che sia, un’impronta veneziana inconfondibile
che dona a questo paese una connotazione particolare.
Avrebbe trovato un mare
blu, di un colore così intenso e sgargiante come pochi mari vicino alla nostra
nazione. Insomma tutto era pronto per la partenza, zaino, e l’allegria caratteristica
della sua età. All’indomani avrebbe compiuto diciotto anni, una bella età piena
d’incognite e un futuro tutto da inventare e costruire.
Era sulla porta della nostra casa, piccola
ma con tutto quel che serve, una stanza per ognuno di noi e un bel giardino, mi
sorrise e mi baciò con quel suo modo quasi timido un po’ sfuggente sulla
guancia.
Gli presi la mano e gli diedi quel
che sembrava un libro, 1000 pagine, e gli dissi che era il mio regalo per il
suo 18° compleanno e di leggerlo con molta attenzione.
Incuriosito prese il libro e andò felice
verso la corriera che lo aspettava. Un ultimo sguardo e subito s’immerse nei
suoi amici in fermento e nell’allegria che già si palpava nell’aria.
Con questo mio gesto avevo compiuto
l’ultimo atto di una lunga storia durata poco più di 18 anni. Avevo dato inizio
a un cambiamento che sarebbe stato importante per le nostre semplici vite come
lo era stato per me moltissimi anni prima.
2.
Federico
si sedette sul retro del pullman, posto privilegiato attribuitogli dai suoi
amici che gli riconoscevano una certa autorevolezza per i suoi modi gentili e galanti. Mise lo zaino sotto le gambe e guardò con rispetto lo strano libro
avuto dalla madre. Sembrava un’agenda, rilegato in pelle e di un certo
spessore, la carta beige ricordava i libri antichi con righe su cui scorrevano le
parole scritte da sua madre.
Aprì con cautela e un po’ di timore
la prima pagina.
“A Federico con tutto l’amore che
una madre ha per un figlio, soprattutto se è stato scelto e trovato come un
tesoro”.
Strana e curiosa frase pensò
Federico che lo riportò indietro negli anni in un lontano passato a lui
misterioso. Accarezzò quelle frasi e girò la pagina. Sorrise convinto che
qualcosa di magico lo avrebbe avvolto.
Domenica, 6 giugno 1994.
Mio caro figlio, adorato e tanto
cercato ora scriverò la tua storia perché tu possa, quando sarai maturo, capire
e scegliere come proseguire la tua vita.
Ti ho chiamato Federico, Michele e Luigi per tanti motivi. Federico il nome di tuo nonno che ha girato il
mondo, un carattere allo stesso tempo forte e gentile, un uomo di mondo e del
mondo ha fatto la sua vita. Un uomo che ha avuto successo nel lavoro ma è
rimasto lo stesso umile e non traeva mai vanto di ciò che ha realizzato.
Michele, il nome di tuo zio e del
tuo bisnonno. Tuo zio che ha preso molto da nonno Federico, il saper gestire
flemmaticamente le persone, saper dominare con umiltà un posto di comando, con
una ferita al cuore e affrontato con coraggio e il bisnonno Michele, contadino e
proprietario delle sue terre e coltivazioni, un uomo che ha passato 7 anni in
prigionia in Russia durante la guerra mondiale. E infine Luigi, tuo zio, il
più geniale, intelligente e un po’ dispersivo. Un buon cuore ferito poco prima
del matrimonio e una vita difficile che ha trovato poca pace negli anni a
seguire.
3.
Come
sei nato tu.
Era una bella giornata di sole,
camminavo lungo l’alzaia del fiume come avevo fatto tante altre volte.
Osservavo compiaciuta la natura che mi circondava, i fiori già sbocciati,
lunghi steli di piante di ogni sorte che si alzavano dritti contro il cielo. Il
vento soffiava e muoveva leggermente le fronde degli alberi, gli uccellini
cinguettanti si fermavano un attimo al mio passaggio per riprendere subito
dopo. Farfalle svolazzavano da un fiore all’altro a volte sfiorandomi o
evitandomi. Tutto era perfetto per essere una bella giornata in piena serenità
e soddisfazione. Un passo dopo l’altro, i miei pensieri e ricordi della
giornata precedente mi distraevano, ma notai qualcosa che mi lasciò senza
parole, ammutolita e incredula.
Tu eri là, piccolo avvolto con
amore in una coperta ricamata azzurra, in silenzio e già grande per essere così
piccolo. Un neonato di pochi giorni in mezzo ad alti arbusti, avvolto dal
calore dell’umidità calda che emanava la terra sempre generosa verso i suoi
cuccioli. Mi guardavi negli occhi, forse avevi una settimana di vita, già pieno
di forze, non affamato, si capiva che ti avevano appena abbandonato e forse
speranzosi di un immediato ritrovamento da parte di qualcuno.
Eri già coraggioso. Non piangevi e
osservavi interrogante il mio viso. Rimasi immobile per pochi secondi che mi
sembrarono un’eternità. Un nuovo mondo mi si aprì davanti, nuove prospettive e
una scelta, quella giusta per me e non per la legge. Ma cosa è giusto e cosa è
sbagliato, io non lo so ma mi sono resa conto che non potevo fare altrimenti e
cosi avrei fatto.
Mi chinai e con delicatezza ti
presi tra le mie braccia e ti sussurrai che eri al sicuro e avresti avuto una
madre e una casa tutta tua. In quell’istante decisi per te un futuro con me
diventando un noi. Scelta difficile.
Cristina Deboni
…e la storia continua… basta scriverla… ; ) Ho già in mente tante idee… vediamo cosa ne sarà…
Ciao e buona giornata! Cri : )
6 commenti:
Sai Cri, leggerti è un piacere, un compleanno, come un libro tante emozioni racchiuse in mille ricordi e poi i nomi, tanti a sottolinearne come forte crescerà questo uomo giovane .. complimenti Cri
Ti leggo.
Maurizio
Grazie Maurizio, il racconto è frutto della fantasia, la mia in cui ho viaggiato alcune volte e poi come in un dormiveglia ho continuato il racconto nella mia mente per poi scriverla… solo un nome è reale, Federico, mio padre che nel racconto è il nonno, ma anche gli zii e il bisnonno sono pure reali, fanno parte della mia famiglia per avere un punto di appoggio al racconto. Inventare di sana pianta penso non sia facile e penso che chi scrive anche se inventa si rifà a qualcuno di sua conoscenza. Buona serata! Cri : )
Scrivi bene Cristina, si legge in modo piacevole e scorrevole...davvero brava...
Cinzia
Grazie mille Cinzia, mi fa piacere! ciao e Buona Domenica! : )
Son d'accordo con gli altri nel dire che mi piace la Cristina "scrittrice". Sai coinvolgere, attrarre, incuriosire....Brava!!!! Buona nuova settimana, cara Cristina.
Grazie Erika, sono attimi che mi vengono… ciao e Buon Lunedì! : ) ciao Cri
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